Amare ed essere amati

Bel dilemma!
Quante volte abbiamo amato e non siamo stati corrisposti o, peggio ancora, rifiutati?

Voglio raccontarvi quelle che sono state le mie esperienze amorose, quelle che avrebbero dovuto condurmi ad una famiglia tutta mia con pargoli a seguito.
E invece?
E invece a 53 anni mi ritrovo da solo a tirar le somme della mia vita, dove tutto è più difficile, senza una compagna, e senza un figlio (o una figlia).

Alcune mie vicissitudini le ho decantate in Roberto Malone, ovvero Storia di un porcospino italiano, di illustri madrigali e di copriletti infuocati, altre in La donna è tutta qui.
Ma non troverete niente della mia vita privata in I miei primi 50 anni – Tutte le sceneggiature, anche se il titolo, chiaro riferimento a quello di Marina Ripa di Meana, farebbe sperare in questo senso.

Ho cominciato tardi, per la verità. I miei amici già a 16 anni avevano la ragazza.
Il mio primo amore è stato a 19 anni con la mia dirimpettaia, una tal Maria che, semmai dovesse riconoscersi attraverso queste parole, mi farebbe piacere, e la ringrazio per l’esperienza che è stata e che abbiamo vissuto.
Giocavamo assieme quando eravamo ragazzetti.
Poi le nostre strade si sono divise per impegni scolastici, finché un giorno non ci siamo casualmente incontrati di nuovo per strada. Avevo 18 anni, avevo già collezionato due bocciature in terza ragioneria, e stavo per partire per la leva militare. Svolto il mese di C.A.R. a Cassino, per i restanti undici tornai a Caserta.
Penso che l’avvicinamento a casa sia dovuto grazie a qualche intrallazzo di mia madre che mi voleva a tutti i costi vicino a sé, e sotto il controllo di mio padre.
Chissà da chi si farà fatta scopare per questo. Mah…
Per la cronaca, non si contano le volte che mia madre abbia cornificato mio padre. Nonostante questo mio background familiare, ho saputo amare l’amore.
L’essere tornato alla propria terra, purtroppo, peggiorò la nostra relazione. In aggiunta non le avevo detto di essere stato bocciato ed aver interrotto gli studi. Ed anche averli ripresi recuperando il terzo ed il quarto anno (il quinto con frequenza a fine servizio di leva), la nostra relazione eclissò irrimediabilmente.
I nostri incontri erano tutti a base di baci e sensuali abbracci. Non abbiamo avuto rapporti sessuali. Quei sei mesi assieme sono stati molto intensi.
Ed è vero sì: il primo amore non si scorda mai.

Quando però tutto finisce, ci si rende conto che quello che è importante nella vita non è soltanto l’amore, ma anche essere responsabili di un futuro assieme.
Le nostre strade si sono eternamente divise nel momento in cui lasciai Caserta per trasferirmi dapprima a Bergamo, poi Milano, poi quasi definitivamente a Bologna.
Sono tornato a Caserta qualche anno fa prima di trasferirmi a Pescara, e mi è venuto lo spiripicchio di vedere che fine avesse fatto lei, Maria.
L’ho riconosciuta, anche se è molto cambiata, sul suo account Facebook.
Ha una figlia.
Non l’ho voluta incontrare: qualcuno mi ha detto che è separata.
Chissà se avesse sposato me, come sarebbe andata a finire.
Tanti auguri Maria, ed in bocca al lupo di tutto cuore.

La mia seconda ragazza l’ho conosciuta nel ’93 a Bologna, a 22 anni.
Appassionato di cultura (e di ragazze) orientali, mi invaghii di una vietnamita.
Curioso fu come la conobbi: quando mi decisi a prendere il suo numero di targa e la telefonai per un incontro, colei che venne all’appuntamento non era quella che io avevo sempre visto, ma sua sorella gemella.
Ha una sorella gemella, e io non lo sapevo.
E non mi ero accorto della differenza.
La relazione decollò.
Ma, come ho ripetuto in un mio precedente articolo (Perché le donne non la danno come lo darebbe un uomo?), quattro sono le strade da perseguire per un ottimo rapporto.
Soltanto piacersi e fare del buon sesso non basta.
Lei era vergine. Io no: avevo avuto le mie prime relazioni sessuali a Cassino con L di sette anni più grande di me, durante il mio primo mese di militare a Cassino, nel mentre della relazione con Maria (mi perdonerà, ma non è soltanto al cuore che non si comanda. Anche lui in basso vuole la sua parte).
Con lei ho imparato del buon sesso: praticamente ero diventato il suo giocattolo sessuale.
Nonostante la relazione con la vietnamita sia durata un anno e mezzo, quello che a me mancò con lei fu l’innamoramento.
Non mi ero trascinato nulla della precedente relazione con Maria.
Soltanto non ero innamorato di lei. Tutto qui.

L’esperienza con Tina di un paese limitrofo a Caserta, mi aveva fatto capire la freddezza che un rapporto a due richiede.
Avevo 28 anni, e Tina doveva essere 1a svolta della mia vita: ero innamorato di lei senza capire che mi stava usando agli occhi della sua famiglia (e della mia) per nascondere quella che è sempre stata la sua vera relazione amorosa-sessuale per otto anni con un uomo all’epoca di 52 anni (oggi quasi ottantenne), sposato e con due figli, titolare della scuola guida dove lei andò a patentarsi.
Fu lui a sverginarla, legandola per sempre a sé.
La nostra relazione durò sei mesi. Ero a Bologna e ci vedevamo solo per qualche giorno a fine mese – se fossi stato a Caserta tutto il tempo, sarebbe durata al massimo un mese.
Mi ricordo di una sua frase che mi allarmò, anche se all’epoca non ne percepii il significato appieno: «Un uomo si innamora veramente dopo i quarant’anni».
Si riferiva ovviamente all’altro.
Probabilmente la madre sperava che con me lei potesse cambiare e dimenticarlo.
Il padre non ha mai saputo nulla, finché non saltò tutto fuori quando io, per rabbia, raccontai ogni cosa.
Col senno di poi posso affermare che le feci un piacere: la liberai da quella eterna gabbia di perbenismo ipocrita, e lei finalmente poté andare a vivere ed avere un figlio con lui. Con chi ha sempre amato.
Sua madre, ovviamente con un nipotino tra le braccia, lasciò che la figlia, in precedenza ripudiata per lo scandalo sulla bocca di tutti, poté ritornare a casa.

Dopo Tina, passarono dieci anni per una nuova relazione seria con una filippina di nome Lea, di un anno e mezzo più grande di me, con un figlio avuto da un altro filippino, tutti fattori che, purtroppo, pesarono sulla nostra relazione.
Ed anche con lei i primi due mesi furono di fuoco.
Poi la relazione prende una piega tutta basata sui soldi.
In un secondo momento ci siamo trasferiti nelle Filippine (in Italia avevo perso il mio lavoro, e con esso tutto il resto, dignità compresa), e ciò fece peggiorare notevolmente il suo carattere.
Lo straniero nelle Filippine fa sempre faville, per cui la sua gelosia si era gonfiata in maniera esponenziale causando la rottura del nostro rapporto.
Ero esausto di lei, e di come scopavamo (sempre allo stesso modo, lasciandosi andare solo a parole con le sue fantasie, ma in pratica senza mai attuarle).
Lasciare le Filippine per tornare in Italia fu l’unico modo per terminare la nostra relazione.
Di lei non ho mai saputo più nulla.

Tra la vietnamita e Tina per la verità c’è stata un’altra relazione con un’albanese di cui persi la testa: Linda. Credevo di esserne innamorato, ma poi mi resi conto che ero attratto solo sessualmente (una figa da sballo), e avevo bisogno di compagnia.
Tutto è tramontato nel giro di qualche mese: erano più gli urli che mi lanciava tutte le volte che le scopate che con lei sono riuscito a tirare su.

Dopo qualche mese conosco sul sito chinesekiss.de una ragazza cinese di 34 anni (io all’epoca ne avevo 38).
Per cui decido per una seconda volta di mollare l’Italia e di trasferirmi stavolta in Cina, a Nanning.
Tutto bene: ci conosciamo, ci divertiamo, del buon sesso, ma stavolta sto attento a non innamorarmi. Brutta cosa, vero?
Dopo qualche tempo, anche lei, purtroppo, avanza richieste di soldi per aprire un ristorante, per comprare casa, per viaggiare, e per tante altre belle cose. Tant’è che mi proposi di trasferirmi in un’altra città della Cina per tentare il business della video production.
Ritornato a Nanning dopo quasi un anno, trovo un lavoro all’università di Guangxi come docente di cinematografia.
Ma la nostra relazione era ormai già tramontata: troppi soldi e troppa caparbietà.
Attualmente lei è nello UK, sposata con un inglese. Hanno due figli.

Fino al 2018, anno in cui ho dovuto lasciare la Cina con grande rammarico, altre relazioni serie non ne ho avute, tranne che con un’altra cinese il cui unico rapporto che avevamo era quello di parlare, parlare e straparlare.
Di andare a convivere e scopare neanche l’ombra.
Di avere un figlio neanche a parlarne.
Ed anche con lei tutto si è eclissato.

Dal allora a tutt’oggi, rientrato in Italia, sto facendo veramente fatica ad intraprendere una nuova relazione. Il perché lo sapete (sempre Perché le donne non la danno come lo darebbe un uomo?).

Spero che le mie esperienze possano per voi essere tesoro.
Ma, attenzione, non sono Bibbia.

Le donne sono quello che sono: a qualcuno può essere andata meglio, a qualcun altro peggio. Ed a quello, purtroppo, non c’è mai fine.

A tutte le mie ex (ed anche a voi) dedico Amara di Enzo Carella (1978), con i testi di Pasquale Panella…Esilarante!

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