Pensare con la figa

Ho dovuto faticare un po’ prima di trovare una escort che fosse disponibile per un’intervista. Se non fosse per il fatto che, come di consueto, le ho garantito l’anonimato. Mi è solo consentito dire che attualmente vive a Milano.

“Ho avuto il mio primo rapporto sessuale a 14 anni con il ragazzo di una mia amica di cui lei non era innamorata, ma io sì. O almeno così pensavo”.

Parla Carla, 24 anni, originaria di una cittadina del sud.

“Successe che una volta ho dovuto fare da palo per vedere se stessero arrivando i suoi genitori. Eravamo in casa della mia amica. Mi capitò di sbirciare da dietro la porta della loro stanza. Mi eccitai e cominciai a toccarmi, cercando invano di trattenere i miei gemiti. La mia amica non si accorse di nulla. Ma lui sì. Quando mi vide bagnata, mi lanciò un’occhiata ammiccante. Fu facile dopo scambiarsi i numeri di cellulare mentre lei era in doccia. Lo capii soltanto dopo il nostro primo rapporto che lui era davvero innamorato di me. Ma dopo due mesi tutto finì: la mia amica scoprì la nostra relazione. Lui affrontò la discussione con lei, io preferii non andare oltre. Mi ero già stufata di lui, e frequentavo già altri due ragazzi. Erano più bravi e più disinvolti di lui nel fare sesso.”

“A diciannove anni il bar del centro dove lavoravo chiuse, ed avevo ancora l’auto da pagare. All’epoca avevo rapporti con un cliente facoltoso del bar, e gli chiesi di aiutarmi. Potevo chiedergli quanto volevo. Mi bastava solo andarci a letto.”

“Poi scoppiò lo scandalo delle baby prostitute al sud. E fu allora che mi venne l’idea di mettere un annuncio su internet come escort. Il mio cellulare squillava in continuazione. Vivevo ancora con i miei, e tutte le volte dovevo correre in camera per rispondere. Ancora oggi la mia famiglia ed i miei amici non sanno del mio lavoro.”

“Ho iniziato dal nulla. Ho dovuto curare nel vestirmi con lingerie e lattice, usare strap-on ed altri aggeggi per soddisfare particolari richieste dei miei clienti. Un paio mi hanno anche chiesto di usare la frusta. Altri per la cosa più semplice: il pissing. Devo solo ricordarmi di bere un litro d’acqua una mezz’ora prima che arrivino. Non mi piace questo tipo di prestazioni. Ma se sono disposti a triplicare il prezzo, ben venga.”

“E fare sesso con più uomini? O con più uomini e donne?”

“Mi piace l’idea: così si fanno molti più soldi in fretta. Ma ho un po’ di timore ad essere l’unica donna. Forse in coppia con un’amica sì.”

“In futuro pensi di essere disposta ad accettare una relazione stabile o un matrimonio come, per esempio, l’attore Rocco Siffredi e sua moglie Rosa Caracciolo?”

“Assolutamente no. Non mi piacciono i bambini. Un uomo dopo il matrimonio vuole sempre avere dei bambini. Io no. Non sopporto di avere tanta gente per casa. E poi le relazioni stabili sono noiose.”

“Qual è il tuo ideale di cliente?”

“Il suo aspetto non mi interessa. E lui che deve essere vigoroso, non io. L’importante è che paghi bene. A proposito: non mi masturbo più. Non mi serve. Basta che mi venga sfregata un po’ per poter raggiungere l’orgasmo. “

Anche a lei ho chiesto se è consenziente alla legalizzazione del suo mestiere, con conseguenza di tasse, igiene e sicurezza.

“No. Ci sono già troppe tasse da pagare. Ed alla mia igiene ci penso da me.”

“Hai mai pensato al porno? Cioè diventare un’attrice per produzioni amatoriali che ti permettono di nascondere il viso, o a quelle di un certo budget e serietà professionale?”

“Certo che no (ridendo). Il mio lavoro mi garantisce alti guadagni mantenendo il completo anonimato.”

“Quindi molte escort non mettono le loro foto reali sui siti per lo stesso motivo?”

“Esatto.”

“Ed è giusto secondo te che un cliente non trovi la escort mostrata nelle foto sul sito?”

“Cosa vuoi che ti dica? Quando arrivano e si accorgono del bluff ce l’hanno già talmente in tiro che non fanno storie. Una vale l’altra, no?”

“Il 25 novembre è stata la giornata antiviolenza sulle donne, ma già qualche giorno dopo si sono avuti casi di molestie. Pensi che davvero possa bastare una semplice onorificenza per fronteggiare il problema?”

“La donna ancora oggi è considerata un oggetto alla mercè dell’uomo. Sono i film porno ad insegnarcelo. Io almeno col mio lavoro, se proprio devo essere considerata un oggetto, mi faccio pagare.”

Apro il mio zaino e le mostro il libro Roberto Malone, ovvero Storia di un porcospino italiano, di illustri madrigali e copriletti infuocati. Glielo porgo e lei lo prende incuriosita. Guarda la copertina, legge il titolo e poi mi domanda cos’è. Le rispondo che è il mio primo libro a cui ne sono seguiti altri due scritti durante il periodo di lockdown. Le chiedo semmai la lettura di qualche libro erotico le abbia mai procurato curiosità e eccitazione.

“Non sono una grande lettrice, e non mi è mai capitato di avere un libro erotico tra le mani.”

Le spiego che questa è una sceneggiatura invitandola a leggere il primo incontro erotico-sessuale tra il protagonista Roberto Malone, ex porno divo italiano, ed una quindicenne di nome Sandrine, personaggio di fantasia. Per la precisione le pagine che vanno dalla 19 alla 27. La lascio sola per meglio concentrarsi nella lettura.

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