Scrittore che non vende… si vende!

I tempi sono cambiati. E sentirsi incompresi in quest’epoca che stiamo vivendo è molto facile.

Gigolò o escort?
Partner a vita, o occasionale?
Internet o vecchia maniera?

Potrebbe essere un’alternativa, se i miei libri non dovessero vendere, diventare un gigolò.
I miei libri parlano di sesso, ma anche erotismo e sensualità, elementi che andrebbero fusi tra loro per una formula molto più avvincente (e vincente!) di ciò che molti video porno propongono oggi: l’aggressività, la sottomissione ed infine l’umiliazione cui le attrici devono sottoporsi per avere un prodotto appetibile e quindi vendibile. Il sesso e lo sfogarsi non è più un bisogno intrinseco alla natura umana, sia per l’uomo che per la donna, è più propriamente classificabile come esigenza intrinseca alla nostra quotidianità consumistica. L’aggressività dell’attuale pornografia, soprattutto nelle produzioni americane, è entrata concettualmente a far parte del nostro lieto vivere come bere un bicchier d’acqua. Se non si è aggressivi non si è dei perfetti amanti sessuali. Difficile dire se ciò possa essere vero. La sottomissione: lì dove la donna è sempre alla mercè dell’uomo (nella vita reale decidi tu donna a chi, come e quando darla, nei film porno comando io) di sensuale non c’è nulla. Non parliamo poi dell’umiliazione finale di una copiosa eiaculazione in viso. Sottomissione ed umiliazione della donna è il concetto espresso in ogni film porno, anche quelli dove la donna appare in una accentuata partecipazione consenziente all’atto sessuale, se non addirittura nell’essere abusata, lì ove la donna ne trae piacere al semplice essere dominata. Un po’ più cauti sono i russi, che sembrano mescolare al sesso anche un po’ si sensualità, baci e carezze. Io la mia partner posso anche trattarla all’americana, ma soltanto se lei è consenziente. Dove la complicità manca e si vorrebbe indurre o costringere, manca anche la sensualità.

In Roberto Malone, ovvero Storia di un porcospino italiano, di illustri madrigali e copriletti infuocati il sesso c’è e a chi non piace leggere “certe cose” può saltare quelle scene e proseguire oltre senza che la storia subisca stravolgimenti narrativi. Ma c’è anche molta sensualità nel toccarsi, nei baci e nelle carezze, negli sguardi languidi, ed infine nell’approcciarsi col partner, tenendo conto che parliamo di un cinquantenne (Roberto Malone) ed una ragazzina quindicenne, oltre che della sua ex moglie.

In È arrivato Profondo Rosso – La mia vita è un film porno! Chi vuole partecipare? in realtà di pornografico c’è ben poco, eccetto che per alcune allusioni sessuali dettate in gioventù dal protagonista, e per alcune sequenze dove il protagonista si ritrova catapultato nella sua immaginazione come possibile porno divo.

La donna è tutta qui invece sono una serie di racconti, alcuni inventati altri per sentito dire ma che nessuno ne ha mai rivendicato la paternità (un po’ come le barzellette, per intenderci) il cui intento è certamente quello di far sorride e ridere il lettore per le farse e le situazioni comiche da commedia anni ’80 in cui la donna è coinvolta e resta la principale (indiziata!) protagonista. L’apostilla con cui si apre il libro vuole essere soltanto un assaggio dissacratorio su ciò che la donna è diventata oggi, a tratti folcloristica ed a tratti anche veritiera.

Tornando all’incipit di questo articolo vi dirò che sono ritornato a Milano per qualche mese nel 2022. C’ero già stato nel ’90 quando frequentavo il corso di sceneggiatura alla Scuola del Fumetto in Via Savona, passione insidiatasi in me sin da ragazzetto.

Usufruisco ancor oggi, come allora, della metro. Ho – e avevo – un tempo ragionevole di puntare una ragazza che mi piacesse, fissarla pretendendo che si sentisse osservata, che ricambiasse il mio sguardo e mi abbozzasse un sorriso, presupposto per iniziare una conversazione, scambiarsi il numero di telefono (fisso, dei cellulari a quel tempo neanche l’ombra), e potersi rivedere.

Oggi tutto questo è praticamente impossibile. Perché? Ogni volta che entro in metropolitana, inevitabilmente tutti hanno il cellulare in mano. Anche se fisso una ragazza, non si sentirà mai osservata a tal punto da staccare lo sguardo dal suo cellulare per guardare me e magari farmi anche un sorriso. Tutto questo si è ormai eclissato. Una volta si diceva “lumare”, fissare appunto. Oggi questo termine nel linguaggio comune sembra sia andato in disuso. Anche quando una volta la metro ebbe un improvviso sussulto e tutti si spaventarono, fu soltanto per un momento che tutti distolsero lo sguardo dal proprio cellulare, per poi riappiccicarcelo di nuovo l’attimo dopo.
Ora il primo approccio è sul cellulare, un sito internet, un social media o WhatsApp. E poi, se si ha fortuna, arriva l’incontro. Tutto più complicato, tutto molto più social, che di social hanno veramente poco. C’è poi da mettere in conto che, ad incontro avvenuto, ci scappi solo una bella scopata (forse!), perché ci si è già detto tutto al cellulare prima di incontrarsi.

Socializzare?

Personalmente non mi è capitato che qualche candidata abbia mai chiesto una mia foto, ma (tutt’altro) abbia solo insistito con domande specifiche sul mio lavoro. Al che la conversazione si è subito eclissata. Se non hai un lavoro figo e non sei social, non sei nessuno. Ed a proposito di foto, il più delle volte quelle loro erano quasi sempre fake.

Allora si cerca compagnia su altri siti dove donne e uomini sono a pagamento. Parliamo di escort e gigolò. Ed anche in questo caso spesso le foto sono fasulle. Divertenti sono quelle che nel loro profilo enunciano “stampa le mie foto e vieni a vedere di persona che sono reale”. E, arrivato a destinazione, dopo aver notato la lampante differenza, dichiarano che “quella è una loro foto di qualche anno fa”.
Quando la prostituzione cinese in Italia era agli albori, si poteva davvero trovare qualche ragazza giovane e carina che sapeva intrattenerci senza guardare l’orologio. Ora anche i loro annunci trapelano di foto con belle ragazze. Ma ciò che troverete sono solo ultraquarantenni e con l’orologio alla mano. Parola di esperto 🙂

Ragazze e ragazzi non state sempre con gli occhi puntati sul vostro fottuto cellulare. C’è sempre qualcuno che vi guarda, forse anche nel riflesso di un vetro per timidezza. Ma c’è.
Molti dei profili su internet sono fake. Quello che avete davanti, sotto al vostro naso, è sicuramente reale.

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